Dopo tre mesi all'improvviso Matilde se la vide capitare in casa pelle e ossa, in cerca di lavoro. - Del lavoro?... è difficile, sai; la maestra... - No! No lei! - Ma allora... Non saprei... Poverina, come sei ridotta! Ora che farai? - Non so. - E lui, Poldo? - Non so. - Fàtti animo. Tornerai bella come prima, vedrai! - Santina non aveva altro da dire, e se ne andava a capo chino. Matilde la richiamò sull'andito. - Dove andrai? - Non so. - Senti, se pigli un altro amante, apri bene gli occhi stavolta, che non sia uno spiantato -.
Invece prese un bel giovanotto, ricco come un principe, e buono come il Signore Iddio; tanto che alla poveretta non le pareva vero, e non voleva crederci ogni volta che egli l'aspettava sotto il portico di piazza Mercanti, mentre essa andava a riportare il lavoro di cucito in via Broletto, e le si attaccava alla cintola. - Angelo! Biondina d'oro! - No! Signore Iddio! Mi lasci andare pei fatti miei! - Una sera egli la seguì per la scaletta di casa sua, in via del Pesce, innamorato sino agli occhi. Voleva che lo mettesse alla prova se le voleva bene. Spese per lei dei gran denari; le fece abbandonare la camiciaia di via Broletto; le prese in affitto un bel quartierino in via Manara.
Spesso la conduceva al Fossati, e in campagna. Le belle passeggiate nel Parco di Monza, tutto di verde e d'azzurro, colle folte ombrìe dei grandi alberi dove dormivano le viole e i pan porcini, e le stelle che filavano silenziose sul loro capo al ritorno, mentre egli le posava la testa fine sulle ginocchia, cullati dalla carrozza!
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