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      Perché la fatalità facesse abbassare quelle teste alte e fiere, bisognava che le avesse messe per la prima volta di fronte a un fatto che rovesciava bruscamente tutta la loro logica e ne mostrava la falsità. La rivelazione della contessa aveva sbalordito Danei; ora ripensandoci ne era spaventato; e in quel contrasto d'affetti e di doveri combattentisi sotto il riserbo imposto ad entrambi dalla rispettiva posizione che li rendeva più difficili, si trovava imbarazzato. Parlò di loro due, del passato, dell'avvenire che gli faceva paura, cercando le frasi e le parole per scivolare fra tanti argomenti scabrosi, per non urtare o ferire alcuno di quei sentimenti così delicati e complessi.
      - Pensateci bene, Anna! Questo matrimonio è impossibile! -
      Ella non sapeva che dire. Balbettava solo: - Mia figlia! mia figlia!
      - Ebbene... Volete che parta?... che mi allontani per sempre?... Sapete qual sacrifizio io farei!... Ebbene, lo volete?
      - Ella ne morrebbe -.
      Roberto esitò, prima d'affrontare l'ultimo argomento. Poi mormorò, abbassando la voce:
      - Allora... allora non resta che confessarle ogni cosa... -
      La madre s'irrigidì in una contrazione nervosa, con le dita increspate sul bracciuolo della poltrona. E rispose con voce sorda, chinando il capo:
      - Lo sa!... Lo sospetta!...
      - E nondimeno?... - riprese Danei dopo un breve silenzio.
      - Ne sarebbe morta... Le ho fatto credere che s'ingannava.
      - E lo ha creduto?
      - Oh! - esclamò la contessa con un triste sorriso. - L'amore è credulo... Lo ha creduto!
      - E voi?


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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