Marcantonio prese il lume e scese per la bodola. Laggiù l'acqua nera gorgogliava, luccicava dove batteva il lume. La Barberina, al veder risalire il babbo pallido e turbato, tornò a chiedere.
- Che c'è babbo?
- La piena - rispose stavolta Marcantonio.
- O poveretti noi! E tutto quel grano ch'è laggiù! E la casa? Ed io non posso aiutarvi! -.
Marcantonio pensava appunto a lei, che non poteva muoversi. - Ora mi vesto, - diceva la ragazza. - Ora vengo ad aiutarvi -
Ma le forze le mancavano, per quanto si affannasse, con quelle povere braccia stecchite, e quegli omeri aguzzi che volevano bucare la camicia. Per fortuna tornò il Moccia, che non era potuto andare più avanti, a motivo della piena, ed altre anime pietose, le quali si erano ricordate di Marcantonio e della figliuola moribonda che affogavano nel mulino. All'udir picchiare alla finestra, il vecchio prese animo.
- O Vergine santa! Ch'è mai successo? - esclamava Barberina con quegli occhi spaventati dentro le occhiaie nere. L'avvolsero nelle coperte, e la fecero uscire dalla finestra, che Dio sa come ci arrivò la poveretta.
Al di fuori tutta la forra dove scorreva il torrentello era nera e spumosa. Dappertutto, dove passavano col carretto di Barberina, gente in fuga, e masserizie per aria. Pure, al veder lei, si fermavano a compassionarla. All'alba si vide il fiume che si allargava dappertutto, come un mare.
Le avevano fatto un po' di riparo, come meglio potevano, lì nell'argine affollato di gente e di bestiame, con del fieno e delle coperte, e lei badava a ripetere:
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