- Mi sento male, mi sento male assai -.
Una volta Ginoli, come fuori di sé, si alzò per congedarsi. Ma ella se ne avvide, e gli disse, con gli occhi sempre rivolti al cielo del letto:
- Ve ne andate di già... -
Si udì un campanello per la strada, e uno scalpiccìo che si avvicinava. Poi fu aperto bruscamente l'uscio della camera, quasi dicessero a Ginoli:
- Ora andatevene -.
L'inferma volse il capo ottenebrato dall'agonia, e gli stese la mano agitando le labbra come per mormorare parole inintelligibili. Egli la strinse: era fredda. E se ne andò barcollando come un ubbriaco. Nel salotto s'imbatté nel marito, e si guardarono un istante, immobili. In quel momento si udì in anticamera il campanello del viatico; il marito chinò il capo, pallidissimo. L'altro si dileguò rapidamente.
Attraverso la lunga fila di stanze deserte e silenziose, passava solo il suono di quel campanello squillante.
VAGABONDAGGIO
(1887)
VAGABONDAGGIO
Nanni Lasca, da ragazzo, non si rammentava altro: suo padre, compare Cosimo, che tirava la fune della chiatta, sul Simeto, con Mangialerba, Ventura e l'Orbo; e lui a stendere la mano per riscuotere il pedaggio. Passavano carri, passavano vetturali, passava gente a piedi e a cavallo d'ogni paese, e se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume.
Prima compare Cosimo aveva fatto il lettighiere. E Nanni aveva accompagnato il babbo nei suoi viaggi, per strade e sentieri, sempre coll'allegro scampanellìo delle mule negli orecchi. Ma una volta, la vigilia di Natale - giorno segnalato - tornato a Licodia colla lettiga vuota, compare Cosimo trovò al Biviere la notizia che sua moglie stava per partorire.
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