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      Ma che nessuno ti veda, veh! -
      La sera trovarono compar Antonio lungo disteso dietro una macchia di fichidindia, col suo cane accanto che gli leccava la ferita. - Che è stato, compare Antonio? Chi vi ha dato la coltellata? -
      Compare Antonio non volle dirlo. - Portatemi sul mio letto, per ora. Se poi campo ci penso io; se muoio ci pensa Dio.
      - Questo fu don Tino che me l'ammazzò! - strillava la moglie. - L'ha mandato a chiamare con Nanni dello zoppo! -
      E Filomena badava a ripetere:
      - Birbante! ladro! scomunicato! -
      Compare Cosimo, che aveva una gran paura della giustizia, se la prese anche lui col suo ragazzo, il quale si ficcava in quegli imbrogli.
      - Se ti metto le mani addosso voglio romperti le ossa! - andava gridando.
      E Nanni perciò se ne stava alla larga, dall'altra parte del fiume, col ventre vuoto, come una bestia inselvatichita. Grazia lo vide da lontano, coi capelli rossi, dietro l'abbeveratoio a secco, e corse a raggiungerlo.
      - Ora me ne vado col Zanno, - disse lui, - e alla chiatta non ci torno più -.
      Poscia, rassicurato a poco a poco, vedendo che dietro il muro non spuntava lo zio Cosimo col bastone, si mise a sgretolare la sponda dell'abbeveratoio, tutta fessa e scalcinata, un sasso dopo l'altro, e dopo li tirava lontano; mentre la ragazzetta stava a guardare. Tutt'a un tratto s'accorsero che il sole era tramontato, e la nebbia sorgeva tutt'intorno, dal fiume e dalla pianura.
      - Senti! - disse Grazia. - Lo zio Cosimo che chiama! -
      Nanni se la diede a gambe senza rispondere, e lei s'affannava a corrergli dietro, colla vesticciuola tutta sbrindellata che svolazzava sulle gambette nude.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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