- Seguitiamo la lezione, di grazia!... Queste non son cose...
- Ma perché? Che c'è di male...
- Tradire la fiducia dei suoi parenti... sotto la veste di istitutore... -
Allora la ragazza era scoppiata in una risata così matta, così impertinente, che gli squillava ancora nelle orecchie al ripensarci, e ancora, dopo tanto tempo, gli metteva in capo un dubbio, uno di quei lampi di luce che fanno cacciare il capo sotto il guanciale, per non vederli, la notte.
Ah, quelle benedette ragazze, chi arrivava a capirle, per quanto gli anni passassero! Esse gli ridevano dietro le spalle. - Poi, dopo molto tempo, quand'egli passava a prendere i loro bimbi, tirando in su i baffetti ostinatamente neri, si sentivano intenerire da una certa commozione ripensando al passato, alle rosee fantasie della prima giovinezza, che evocava la figura melanconica di quell'eterno cercatore di amore.
- Entrate, don Peppino, il ragazzo sta vestendosi.
- No, grazie, non importa.
- Volete aspettare al sole?
- Ho qui i ragazzi. Non posso lasciarli.
- Quanti ne avete, santa pazienza! Ce ne vorrà, da mattina a sera, tanto tempo che fate quel mestiere!
- Sì, un pezzo che ci conosciamo, di vista almeno. Quando lei stava in via del Carmine, il terrazzino col basilico. Si rammenta?
- Si diventa vecchi, don Peppino! Ora abbiamo i capelli bianchi. Parlo per me, che ho già una figliuola da marito.
- Giusto, avevo portato qui una cosuccia per donna Lucietta. Oggi è la sua festa, mi pare.
- Cos'è? l'immagine di santa Lucia? No, una poesia!
| |
Peppino Carmine Peppino Lucietta Lucia
|