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      .. che venga da una persona...
      - Pardon! - s'interruppe a un tratto tirandosi bruscamente indietro.
      - Gli è arrivata? - chiese scusandosi il padrone di casa che girava coll'annaffiatoio. - Mi dispiace, sa... Facevo perché si soffoca dalla polvere. Non le pare? -
      Il poeta continuava dicendo che era proprio una fortuna d'incontrarsi... in mezzo a tanta volgarità invadente...
      - Lei non balla? - domandò infine.
      - Io...
      - Stia tranquilla. Non ballo neppur io. Sa il detto di quel tale: “Non capisco perché cotesto lavoro non lo facciano fare dai domestici!” Ed è vero infatti. Provi a tapparsi le orecchie, per vedere l'impressione grottesca...
      - È vero, è vero.
      - Sentisse poi che discorsi! - Il caldo, la folla, i lumi... Quando si arriva a parlar delle acconciature è già un gran progresso. A proposito, lei è messa divinamente... No, no, mi lasci dire, è diversa dalle altre; un buon gusto, un'originalità... -
      Tese l'arco delle sopracciglia, e le scoccò l'ultima frecciata:
      - Insomma l'abito non fa il monaco; ma il buon gusto dice la persona... -
     
      Com'era bello il valzer che sonavano in quel punto! come l'era rimasto in cuore tutta la notte! e come lo canticchiava poi a mezzavoce, cogli occhi gonfi di lagrime deliziose, cucendo nel cortiletto oscuro! Sul pilastrino del pozzo i garofani, che allungavano dal vaso slabbrato gli steli tisici, s'agitavano lieve lieve al sole, e parevano rinascere. Che pace ora con se stessa, quando si guardava nello specchio! che dolcezza in certi toni della sua voce! che soavità nel raggio della luna che baciava, in alto, il muro dirimpetto! e nell'oro del tramonto che scappava dal comignolo del tetto, e scintillava sui vetri di quella finestra dove si vedeva alle volte un fanciulletto biondo in una scranna a bracciuoli, immobile per delle ore!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993