- E la scuola? - ribatté lei con un sorriso malinconico. - Se tu pigliassi una buona dote invece... con dei poderi...
- Benedette donne! quando si ficcano un chiodo in testa!... - rispose lui con un sorrisetto malizioso.
E pareva esitare a decidersi. Ma dopo averci pensato su, finì col dire:
- Non mi vendo, no! -
E abbottonò il soprabito con dignità.
- Se ho da fare una scelta... Se mai... È inutile! - conchiuse finalmente. - Amo troppo la mia libertà! -.
Ella insisteva a dire che queste cose si fanno finché uno è giovane, che se no si finisce in mano della serva o di qualche intrigante.
Poi, siccome il fratello non voleva arrendersi, la zitellona si lasciò scappare in un impeto di gelosia, alludendo alle vicine:
- Vedi che già ti si ficcano in casa, e cominciano a fare dei disegni su di te? -
E la poveretta morì col crepacuore di lasciare il fratello esposto alle insidie di quelle intriganti.
Com'ella aveva fatto un gran vuoto in quel bugigattolo, per quanto poco spazio vi avesse occupato in vita, e il fratello vi si sentiva come perduto in una gran solitudine, in una gran desolazione, nelle ore che i ragazzi gli lasciavano libere, prese ad andare dal falegname, tutte le sere, attratto da una gratitudine dolce e malinconica verso la ragazzona che aveva avuta tanta carità per la sua povera morta. Ma il falegname, che certe cose non le intendeva, gli fece capire che in bottega del maestro di scuola non sapeva che farsene, e gli facesse invece il piacere di levarsi di quei trucioli.
Anche donna Mena, qualche tempo dopo, quando vide che le visite del maestro si facevano troppo frequenti, col pretesto dell'Aloardino, e non finiva mai di ringraziarla dell'assistenza che aveva fatta alla sua povera sorella, per stringerle la mano e farle gli occhi di triglia, gli disse sul mostaccio:
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Mena Aloardino
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