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      - Destò un senso di ripugnanza al solo vederla. - Il pubblico accusatore l'aveva fatta venire appunto per ciò.
      Ella si piantò tranquillamente in faccia al Cristo, alla legge, a tutti quei visi arcigni, colla sicurezza di chi ha visto in maniche di camicia gli sbirri e i doganieri, e giurò, levando la mano sudicia e nera verso il crocifisso d'avorio, come avrebbe fatto una vergine dinanzi all'altare, baciando lo scapolare bisunto che trasse dal seno cascante.
      - Come vi chiamate?
      - La Malerba -.
      E siccome l'uditorio, nell'attesa tragica, s'era messo a ridere, quasi per ripigliar fiato, ella soggiunse:
      - Anche lui, gli dicevano Malannata -.
      E indicò l'imputato nel banco.
      - Di chi siete figlia?
      - Di nessuno.
      - Quanti anni avete?
      - Non lo so.
      - Che professione fate? -
      “Essa parve cercare la parola.”
      - Donna di mondo, - disse infine.
      Scoppiò un'altra risata nell'uditorio. Il presidente impose silenzio scampanellando.
      - Sì, donna di mondo, - ribatté lei per spiegarsi meglio. - Ora con questo, e ora con quell'altro.
      - Basta, abbiamo capito, - interruppe il presidente.
      - Conoscete da molto tempo l'imputato?
      - Sissignore. Questo qui me l'ha fatto lui, tre anni sono -.
      E indicò fieramente uno sfregio che le segnava la guancia, dall'orecchio sinistro al labbro superiore.
      - E non ve ne querelaste?
      - No. Era segno che mi voleva bene.
      - Foste presente all'uccisione di Rosario Testa?
      - Sissignore. Fu alla Marina: il giorno di tutti i Santi.
      - E ne sapete il motivo?
      - Il motivo fu che Malannata era geloso...
      - Geloso di Testa?


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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