- Coraggio! coraggio! Bisogna farsi animo! L'aiuterò anch'io, come posso... È vero che non posso far molto... Son forestiero come lei... E non sono stato sempre fortunato... Ma vedrà che il buon tempo giungerà anche per lei... Diavolo! diavolo! Dov'è andata a scovarlo quest'albergo, così lontano?
- Me lo indicarono laggiù... perché spendessi meno... Mi rincresce per lei!...
- No, no... È che m'aspettano a casa... Sanno l'ora, press'a poco... Mi toccherà inventare qualche storiella... Ma lei non pensi a questo... Deve aver altro in testa, lei, poveretta! Ci dorma su, si faccia animo, che quanto potrò lo farò ben volentieri per lei.
- Oh, signore!... Com'è buono!...
- Niente, niente, una mano lava l'altra. Se non ci aiutiamo fra di noi! Il male è che non posso far molto!...
Infine ella disse:
- È qui -. Picchiò all'uscio di un albergaccio d'infima classe, e gli strinse la mano colle lagrime agli occhi. Aveva la faccia tanto buona, colla barba lunga, e il misero paletò che il vento gli incollava addosso come fosse di lustrino. Dalla finestra una vociaccia assonnata rispose brontolando:
- Vengo! vengo! Bell'ora di tornare a casa! -
Anche lui, in quel momento, la guardò negli occhi, le strinse forte la mano due o tre volte, mosse le labbra, per dire qualche cosa, infine proruppe: - Me ne vado, sono aspettato. Buona notte! Buona notte! - E partì correndo.
La stanzuccia, che pigliava lume da un finestruolo sulla scala, costava cinquantacinque centesimi al giorno, tre soldi di pane e latte la mattina, trentacinque centesimi il desinare.
| |
|