Pagina (619/993)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - È la mia padrona di casa, una buona donna, - le aveva detto lui. - Ma quando ci vede insieme faccia finta di niente, per carità! -
      Fu come una fitta al cuore. Il baritono che l'incontrò per la strada, tutta sottosopra, le propose di accompagnarla. - Permettereste voi, mia bella damigella, d'offrirvi il braccio mio, per far la strada insieme? - Ella ricusava. Andava molto lontano... Non voleva abusare... - Ma che! ma che! Bagattelle! D'altronde son ben coperto. Con questa pelliccia qui, potrei andare sino al Polo! Senta! senta! Un regalo dei miei amici di Odessa. Tutta volpe di Siberia; una bestia che vende cara la sua pelle a quello che dicono!... Eh! eh! Comincia presto l'inverno quest'anno! Non c'è male, n'è vero?... Buona notte, maestro! -
      Questi passava rattrappito nel suo paletò, dando il braccio alla sua compagna, di cui la veste grigia luccicava come un'armatura sotto il lampione. - È la fiamma del maestro, - aggiunse il baritono. - Una pira, come vede! Però un buon diavolaccio anche lui! Un po' timido, un po' bagnato, come diciam noi, ma il mestiere lo conosce, ve lo dico io! Quando vi siete mangiate quelle note della cabaletta, la sera del vostro debutto, vi rammentate? do, sol, do, nessuno se n'è accorto. Peccato che non riempiano lo stomaco le note che si mangiano, eh! eh! eh! Capisco, capisco, l'emozione, la paura... Ma bisogna aver la faccia tosta, mia cara; e sputar fuori le vostre note pensando che quanti stanno ad ascoltarvi sono tutti una manica di cretini, se no non si fa nulla!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Polo Odessa Siberia