Di tratto in tratto si guardavano negli occhi, e ripetevano con un sorriso triste: - Guarda che piacere! -
Si udiva parlare a voce alta nel Caffè; e degli scoppi di risa, delle discussioni tempestose, accompagnate dalla stessa nota bassa del Marangoni che trinciava da caporione.
Assunta, allungando il collo dentro l'usciale, lo vide seduto in mezzo a un crocchio di sfaccendati, dinanzi ad un vassoio di bicchieri vuoti e una bottiglia d'acqua di seltz, con un vestito nuovo del Bocconi e la barba tagliata a punta come un damerino. Da lì a un po' se ne uscì fuori, seguìto dagli amici che gli facevano codazzo. Silvani persino lo tirò in disparte sul marciapiede opposto, supplicandolo sottovoce con tutta la persona umile. Il basso scrollava le spalle e il capo, colla barba dura come una spazzola. Infine volse un'occhiata sprezzante verso il maestro, il quale s'era fatto pallido al vederlo, e non l'aveva salutato, e cavò fuori il borsellino, scantonando seguìto dal ballerino piegato in due. Passava della gente in abito da festa; delle famigliuole intere che andavano a sentir la musica al giardino pubblico. Poscia, di tratto in tratto, succedeva il silenzio grave delle ore calde della domenica.
Infine Assunta e il maestro lasciarono il Caffè, e si avviarono ai Boschetti, rasente al muro, nella striscia d'ombra che orlava il marciapiedi. Assunta aveva detto ch'era libera fino a sera, e anch'esso non temeva più di farsi vedere insieme a lei. Il largo viale ombroso era deserto. Di tanto in tanto solo qualche coppia d'innamorati che passeggiavano sotto i platani, cercando i sedili più remoti.
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