Anch'essi... Le ore scorrevano e non sapevano risolversi a lasciarsi. - Ah! se ci fossimo conosciuti prima! - esclamò infine il maestro.
Ella alzò gli occhi su di lui, si fece rossa, e li chinò di nuovo. Il maestro giocherellava col fagottino che Assunta teneva sulle ginocchia.
- O piuttosto se avessi fatto il calzolaio!... No... dico così... Son delle giornate nere... Passeranno! - Chiamò uno che andava vendendo dell'acqua fresca, in un barilotto attorniato di bicchieri, e offrì da bere anche a lei. L'uomo andò a mettersi in fondo al viale, col barilotto posato a terra, come una macchietta nera nel verde. Sembrava di essere a cento miglia dalla città, nell'ombra e nel silenzio. Poco per volta il maestro le disse che l'aveva amata, sì, proprio! tante volte quel segreto gli era spirato sulle labbra! Essa lo sapeva, accennando col capo che teneva chino in aria di rassegnazione dolorosa, la quale scorgevasi anche dall'abbandono di tutta la persona, dalla treccia allentata che le si allungava sul collo. - Allora perché... perché ci siamo taciuti?... - La poveretta lo guardò in tal modo, attraverso le lagrime che le scendevano chete chete per le gote, ch'egli abbassò gli occhi.
- Sì, è vero, fu il destino! Quell'altra non sa neppur il sacrificio che le ho fatto... per debolezza, per bontà di cuore... e c'è chi dice per un tozzo di pane! Me lo merito. Ora essa m'ha piantato pel Marangoni che la batte e fa lo strozzino coi suoi denari. Come ho dovuto sembrarle spregevole, dica!...
- No... no.
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Assunta Marangoni
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