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      - Mi scriverai? Dì: mi scriverai? - Egli accennava di sì, a bocca piena, guardandola negli occhi lucenti che l'accarezzavano tutto, il panno grosso dell'uniforme e la faccia lentigginosa di biondo. C'erano nel piatto dei mandarini colle foglioline verdi. Essa ne strappò una, e volle mettergliela alla bottoniera.
      Lì accanto si udiva l'urtarsi delle bocce fra di loro. Alcune ragazze schiamazzavano attorno l'altalena, colle gonnelle in aria. Passavano dei carri per la strada, cigolando, delle nuvole grigie di estate che lasciavano piovere una gran tristezza. Lajn Primo chiacchierava sempre lui, col sigaro in bocca, la testa già lontana, nei paesi dove andava la batteria, cercando di tanto in tanto la mano di Anna Maria attraverso la tavola, quando in bocca gli venivano le parole buone. Poi, siccome aveva il vino allegro, si mise a canticchiare:
     
      Morettina di la stacioni.
      Ecco il trenno che già parti.
      Mi rincresse di lasciarti,
      Il soldato mi tocc'affar
     
      E tutt'a un tratto la ragazza scoppiò a piangere, col viso nel tovagliuolo.
      - Via! via! I morti soli non si rivedono!... - Stavolta però gli tremavano i baffi rossi anche a lui, e le mani, nell'affibbiarsi il cinturone. Vollero fare quattro passi sino al fiume, come le altre volte. C'era un sentieruolo fangoso a sinistra, fra i campi, sotto dei grandi olmi.
      Anna Maria si lasciava condurre a braccetto, colle sottane in mano, gli occhi socchiusi che non vedevano, un gran sbalordimento dentro, una dolcezza infinita e malinconica, al tintinnìo di quella sciabola e di quegli sproni e al contatto di quell'uniforme contro cui tutta la sua persona le sembrava che volesse fondersi.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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