Egli le aveva passato il braccio attorno alla vita, mormorandole ne' capelli tante paroline affettuose che essa udiva confusamente, l'orecchio però sempre teso verso la tromba della caserma, da buon soldato.
A un certo punto Anna Maria gli sfuggì di mano, e corse a inginocchiarsi sul ciglione del fossatello, senza badare al vestito nuovo, per cogliere delle foglioline verdi che spuntavano dal muricciuolo.
- Per te! Le ho colte per te! -
Egli non sapeva più dove metterle; le diceva scherzando che lo caricava d'erba come un asino, così, per farla ridere. La ragazza però non rispondeva; stava segnando delle grandi lettere storte sulla corteccia di un olmo, con un sasso, due cuori uniti e una croce sopra. Lajn non voleva, per via del malaugurio; però l'aveva presa fra le braccia, intenerito anche lui, tanto non passava nessuno nella stradicciuola fangosa di là dall'argine. Essa diceva di no, diceva di no, col cuore gonfio. Guardava piuttosto un gran muraglione nerastro ch'era dirimpetto, quasi volesse stamparselo negli occhi. Gli diceva: - Guarda anche tu! anche tu! - Aveva il viso triste, poveretta! Calava la sera desolata, con una squilla mesta e lontana dell'avemaria che picchiava sul cuore.
Quanto piangere fece Anna Maria cheta cheta nel fazzolettino ricamato!
Prima di lasciarla, sull'angolo della via, egli le aveva detto: - Verrò a salutarti un'altra volta, prima di partire; fatti portare sulla porta -. E si tenevano per mano, non si risolvevano a staccarsi l'uno dall'altro. Lajn Primo tornò infatti a salutarla un'altra volta, prima di partire, come passasse per caso, nell'andare in quartiere.
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Anna Maria Anna Maria
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