L'altro, il maschio, per tutta risposta fece una spallata.
IL BELL'ARMANDO
Ecco quel che gli toccò passare al Crippa, parrucchiere, detto anche il bell'Armando, Dio ce ne scampi e liberi!
Fu un giovedì grasso, nel bel mezzo della mascherata, che la Mora gli venne incontro sulla piazza, vestita da uomo - già non aveva più nulla da perdere colei! - e gli disse, cogli occhi fuori della testa:
- Dì, Mando. È vero che non vuoi saperne più di me?
- No, no! quante volte te l'ho a dire?
- Pensaci, Mando! Pensa che è impossibile finirla del tutto a questo modo!
- Lasciami in pace. Ora sono ammogliato. Non voglio aver storie con mia moglie, intendi?
- Ah, tua moglie? Essa però lo sapeva quello che siamo stati, prima di sposarti. E oggi, quando t'ho incontrato a braccetto con lei, mi ha riso in faccia, là, in mezzo alla gente. E tu, che l'hai lasciata fare, vuol dire che non ci hai né cuore, né nulla, lì!
- Be', lasciamo andare. Buona sera!
- Dì, Mando? È proprio così?
- No, ti dico! Non voglio più!
- Ah, non vuoi più? No? -
E il Crippa, colpito lì dove la Mora diceva che non ci aveva né cuore né nulla, andò annaspando dietro a lei, come un ubbriaco, e gridando: - Chiappatela! chiappatela! - Poi cadde come un masso, davanti alla bottega del farmacista.
Le guardie e la folla a inseguirla, strillando anche loro: - Piglia! piglia! - Finché un giovane di caffè la fece stramazzare con un colpo di sedia sul capo; e tutti quanti l'accerchiarono, stralunata e grondante di sangue, col seno che gli faceva scoppiare il gilè dall'ansimare, balbettando:
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