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Egli si lasciò abbracciare, ancora accigliato, brontolando fra i denti.
Lena glielo diceva spesso:
- Vedi, lo so che tu non mi vuoi bene. Ma non me ne importa; perché te ne voglio tanto io; tutto il male che ho fatto, l'ho fatto per te, intendi? -
E il giorno in cui venne a sapere che egli prendeva moglie, l'ultima volta che ebbe ancora il coraggio di comparirle dinanzi col sorrisetto ironico e la giacchetta nuova, gli disse:
- Lo so che la sposi pei quattrini. Ma ora tu devi fare quel che io ho fatto per te -.
Il bell'Armando fingeva di non capire. Allora Lena lo afferrò pei capelli profumati, colle labbra bianche, e gli disse:
- Guarda, Mando! Guardami bene negli occhi! E dimmi s'è possibile finirla così, del tutto, dopo quel che abbiamo fatto tutti e due! Dimmi se potresti dormire senza rimorsi nel letto di tua moglie... -
Il Crippa campò, per sua fortuna; mise giudizio, ed ebbe figliuoli e sonni tranquilli, in quel buon letto morbido e caldo, mentre la Mora scontava la pena sul tavolaccio dell'ergastolo.
NANNI VOLPE
Nanni Volpe, nei suoi begli anni, aveva pensato soltanto a far la roba. - Testa fine di villano, e spalle grosse - grosse per portarci trent'anni la zappa, e le bisacce, e il sole, e la pioggia. Quando gli altri giovani della sua età correvano dietro le gonnelle, oppure all'osteria, egli portava paglia al nido, come diceva lui: oggi un pezzetto di chiusa, domani quattro tegole al sole: tutto pane che si levava di bocca, sangue del suo sangue, che si mutava in terra e sassi.
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