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      La folla cominciava ad ammutinarsi a misura che cresceva. - Cristiani del mondo! Che ci vogliono far morire davvero come bestie nella tana! -
      Uno, colla faccia stralunata, raccontava come Zanghi avesse acchiappato il male, nella baracca dei commedianti. L'aveva visto lui, coi suoi occhi, il vecchio che lo tirava per la falda del vestito perché gli pareva che volesse passare a scappellotto. - Anche comare Barbara! che pur non si era mossa di casa! - E quell'infame Capo Urbano che andava dicendo: - Non è nulla, non è nulla -, e mostrava la carta bianca! Quella era la carta del Sotto Intendente che ordinava di lasciar spargere il colèra! Ah! volevano proprio farli morire come bestie nella tana, cristiani di Dio!
      Tutt'a un tratto si udirono dietro lo scaffale delle grida: - Mamma! mamma! - e delle grida di dolore disperate. Neli irruppe nella bottega urlando come una bestia feroce, coi pugni sugli occhi. Un parente corse lesto lesto a chiudere gli scaffali, per tutta quella gente che s'affollava nella bottega e nessuno poteva tenerla d'occhio.
      Allora la folla, quasi fosse corsa una parola d'ordine, si mosse tutta come una fiumana, gridando e minacciando. Un'anima buona si mise le gambe in spalla, e corse per le scorciatoie dal Capo Urbano, a dirgli che scappasse. Ma il poveraccio, da un bel pezzo, fiutando come si mettevano le cose, aveva infilato l'usciolo dell'orto, carponi fra le viti, e preso il volo pei campi.
      Quelli del baraccone stavano facendo cuocere quattro fave, a ridosso del muricciuolo, seduti sulle calcagna, per covar la pentola cogli occhi, tutta la famiglia.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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