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      Infine Gemma abbandonò l'Ammiraglio alle altre signore, e passò nel salotto anche lei. Ginevra li vide che discorrevano animatamente con Casalengo. Egli coll'aria grave, rispondendo a monosillabi, Gemma diventata seria, con un interesse che tradivasi dai minimi gesti, per quanto fosse abituata a padroneggiarsi in pubblico. Gustavo s'era dileguato al par di un'ombra.
      Una domanda a lei rivolta la fece trasalire in quel punto: Serravalle che le chiedeva un valzer e insisteva per averne la promessa: - Le fo paura? Non vuol vedermi neppure? È ancora in collera, dopo tanto tempo? -
      Essa lo guardò un istante come trasognata, battendo le palpebre, col bel sorriso pallido che stentava a rifiorire sui lineamenti disfatti: - Ah, lei?... No! Mai più... Del resto non si ballerà...
      - Sì, sì, dopo cena, me l'ha detto la contessa... per cominciare l'anno nuovo... Cominci l'anno con una buona azione, lei!... Non ce n'è un'altra che balli il valzer come lei!... Dica di sì! dica di sì!... un giro solo!... l'ultimo...
      - Mai più! mai più!... Sarebbe il primo dell'anno nuovo, se mai... Non voglio passare tutto l'anno a svenirmi nelle sue braccia... Sul serio, lei gira troppo in furia... Mi fa girare il capo... Si rammenta?
      - Ah! per l'amor di Dio... Non me lo rammenti, piuttosto! Non me lo faccia perdere il capo, lei!... Ha detto di sì!... Consegno qui la sua promessa!... -
      Ella rideva tutta quanta, come una bambina, a scatti, con una fossetta sulla gota, con certi movimenti che facevano sbocciare gli omeri delicati dalla scollatura del vestito.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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