Soltanto, vedendogli luccicare le lagrime negli occhi, tornò fredda come prima.
- No... ecco... Ho avuto una gran paura... Ecco cos'è...
- Paura di che, povera bimba?...
- Ma di lui, mio caro. Si fa presto a dire... Vorrei vedervici voi! -
E anch'essa sciorinò allora tutto ciò che aveva patito e temuto, dal giorno che suo marito era entrato in sospetto. Non si riconosceva più quell'uomo. Un Otello addirittura! Dormiva col revolver sotto il guanciale. Una paura atroce, un batticuore continuo... Se incontrava lui, Casalengo... se non lo vedeva... temendo che un gesto o una parola lo tradisse... trasalendo a ogni lettera che portava la posta... se udiva il campanello... Ogni cosa che la metteva sottosopra... l'umore del marito, il contegno dei domestici...
- Insomma una cosa da far venire i capelli bianchi, amico mio!
- Ebbene! - esclamò Casalengo raggiante, stringendole le mani da farle male, seduto ai piedi di lei, supplicandola cogli occhi innamorati, accarezzandola col sorriso ebbro. - Ebbene!...
- Ebbene! che cosa?
- Fuggiamo insieme!... lontano da Napoli!... in capo al mondo!... Troveremo pure un nido dove nascondere la nostra felicità!... -
Ella spalancò gli occhi, attonita, quasi le avessero proposto di condurla alla luna in pallone, d'andare a un ballo in veste da camera, di camminare a testa in giù. Sicché il lirismo e l'entusiasmo del povero innamorato caddero a un tratto. Ma lei, vedendolo così mortificato, ripigliò immediatamente, mettendogli la mano sulla bocca:
- Zitto!... zitto!
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Otello Casalengo Casalengo Napoli
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