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      San Remo, 16 dicembre
     
      Mi sono ingannata; perdonatemi. Voi siete come tutti gli altri.
     
     
      Sorrento, 22 dicembre
     
      Io sono precisamente come tutti gli altri, cara signora VIOLA; anzi, come tutti quegli altri che hanno bisogno di pace, e a cui i medici prescrivono il riposo dell'anima e del corpo, e il clima di Nizza o di Napoli.
     
      GIACINTO
     
     
      San Remo, 25 dicembre
     
      Godeteveli. Parto domani. È inutile dirvi dove andrò, poiché è inutile che mi scriviate. Addio.
     
      VIOLA
     
     
      Sorrento, 20 gennaio
     
      Alla signora VIOLA - non del pensiero. - Mia cara, giacché ai vostri occhi devo comparire assolutamente colpevole, eccovi la mia giustificazione: ve la mando come posso. Per altro, nessuno vi conosce, nemmen io, e voi non avete esitato per la prima a far correre le poste ai nostri piccoli segreti. Sono stato malato, molto malato; ho creduto di morire, e ho avuto paura. Vedete quanto io sia lontano dal mondo e dalle sue illusioni, se vi confesso anche cotesto! Ho vista la vita dall'altro lato. Se sapeste che rovescio! La giovinezza, il passato, voi! Quante cose si veggono nelle cortine stinte di un letto d'albergo, a cinque lire per notte, coll'odore delle medicine sotto il naso, e il russare dell'infermiera in un canto! Mi sembrava di non dovermi alzare più. Andavo cercando col pensiero tutto ciò che si era presa la mia vita, e non lo trovavo: il giuoco, gli amici, le amiche... E i sogni della giovinezza... Vi rammentate, quella prima sera che mi bruciaste l'anima colle lenti del vostro cannocchiale? Che miseria! E pensare che tutto ciò ora non mi fa battere il cuore come la voce grossa del dottore il quale mi misura la febbre col termometro!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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