Infine Mertola non seppe più frenarsi, e alzò la voce, scostandosi dall'amico, additandolo al pubblico per quel grand'uomo che egli era.
- Il lavoro di polso c'è... inedito... la sua Vittoria Colonna!... Gli è costata due anni di lavoro!...
- Ah! ah! - fece il capocomico. - Ah! ah! e me lo teneva nascosto, lei! Non sa ch'io sono ghiotto di simili primizie? -
Barbetti s'arrese infine, e tirò fuori dal soprabitino un rotolo legato con un nastro verde.
- Adesso? - rispose il signor Olinto. - Su due piedi? Che mi canzona, caro lei?... Un lavoro di polso come il suo!... Bisogna vedere... bisogna studiare... Intanto dò un'occhiata... -
Colla schiena appoggiata alla sponda del biliardo e il mento nel bavero di pelliccia, andava sfogliando le pagine, aggrottato, e borbottava:
- Bene, bene!... Effetto scenico!... Bei pensieri!... Stile elevato!... In questa parte la mia signora... Non le dico altro!...
- Con permesso! con permesso! - interruppe il cameriere del Casino, spingendosi avanti a gomitate. - Ecco qui don Angelino e il notaro Lello. Devo preparare il biliardo per la solita partita -.
Il capocomico si cacciò la mazza sotto l'ascella, e raccattò gli scartafacci e i telegrammi sparsi sul panno verde.
- Va bene, va bene, ne riparleremo. Intanto bisogna far girare la pianta -.
Fu il più difficile. I giuocatori di tressette rispondevano picche, e brontolavano contro quel forestiere che portava la iettatura. Seduta stante si dovettero ribassare i prezzi. Ma l'avvocato Longo, sentendo che c'era per aria un dramma dell'avvocato Barbetti, repubblicano e suo avversario nel Consiglio, una gherminella per togliere la parte di Paggio Fernando al suo figliuolo, dichiarò che non dava il teatro per rappresentazioni immorali e sovversive.
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