Jolanda al contrario, padrona di sé e del palcoscenico, si muoveva come una regina, agitava drammaticamente il manicotto, si piantava sull'anca, col seno palpitante, il torso audace, gli occhi stralunati sotto la veletta.
Tu giungesti, Fernando, tu che sei forte e bello.
E una voce nell'anima mi gridò tosto: È quello!...
- Perdio! Porca fortuna! - il babbo picchiava con forza il bastone sulle tavole. - Un insieme come questo!... Il pubblico balzerà in piedi, vi dico!... Dove me lo trovate?... Li tengo negli stivali tutti quei cavalieri e commendatori, quanto a saper mettere in scena!... È che la fortuna!... -
Allora se la pigliava colla cabala, col gusto corrotto del pubblico, coi tempi che non dicevano, e deplorava che ora si corra dietro all'apparato, ai vestiti delle prime attrici, roba che non ha nulla a fare coll'arte, anzi che la corrompe. Un'artista, per contentare tutti al giorno d'oggi deve fare quel mestiere!
Don Gaetanino, mortificato, scusavasi col dire:
- Sicuro... quando avrò il costume... Adesso, con questi abiti... mi sento tutto... -
Finalmente, papà Longo sequestrò anche le chiavi del magazzino. Allora il signor Olinto accorciò le prove. A Barbetti, che gli ronzava sempre intorno colla Vittoria Colonna, disse chiaro e tondo:
- Mio caro, se mi dai teatro pieno, volentieri... Ma se no, salutami tanto donna Vittoria. Da tre settimane son qui sulle spese! -
Sembrava che la sera della recita alla Rosmunda le parlasse il cuore. Nervosa, irrequieta, correndo ogni momento dinanzi allo specchio per darsi un po' di cipria, o per accomodarsi meglio la parrucca bionda.
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