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      .. Mi pareva di essere sotto un bell'albero, in un ameno giardino... e un usignuolo cantava colla vostra voce...” - oppure colla lusinga che era nell'articolo del giornale e nei versi dedicati a lei: “Celeste scende degli umani al core...” - “Per descrivere le impressioni veramente celestiali destate dal canto della grande artista signora Celeste...” - Le parole e le frasi che l'avevano inneggiata in tanti modi si ripetevano in quel momento vagamente dentro di lei, quasi un'altra armonia interiore, tutte quante, le più insulse come le più artificiose; le facevano gonfiare il cuore egualmente del ricordo di tutti i suoi ammiratori - dall'adolescente imberbe che rizzavasi in piedi affascinato, dietro le spalle della mamma, nel palchetto di proscenio, al giornalista che smetteva il sorriso canzonatorio quando le parlava - al diplomatico che disertava il Circolo per lei, e le offriva le ultime fiamme avanzate dalle emozioni del giuoco e della gran vita - all'operaio che le gridava brutalmente il suo entusiasmo dalla piccionaia. - Tutti, tutti. - Fin l'impresario che si mostrava amabile - fino il telegramma che andava a cercarla in capo al mondo - fino il cronista di provincia che assediava il portiere del suo albergo - dovunque, in ogni piazza, fin nelle stagioni di riposo, ai bagni, ai quattro punti cardinali, sempre, lo stesso culto l'era stato tributato in tutte le lingue, lo stesso sentimento essa aveva letto in viso ad ammiratori di tutte le razze, il sentimento che le indicava il valore della sua persona e ispiravale l'amore di tutto ciò che riferivasi a lei, il teatro, l'arte, Aida, Valentina, Margherita, tutte le creazioni che incarnavansi in lei.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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