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      - Allora - riprese Barbetti, quasi continuando un discorso incominciato. - Allora direi che il donatore incognito è già bell'e trovato... E vuol dire che non sarò stato io, pazienza! -
      D'Antona, mentre gli altri si accingevano a ridere di nuovo, disse galantemente alla bella signora:
      - Chiunque sia stato l'ammiratore incognito... Ne avrete tanti!... Volete permettermi di rappresentarlo? -
      Ella che aveva già indovinato sorridendo gli stese la mano, che il principe si mise a baciare ghiottamente, fra il serio e il faceto, sulla palma, sul polso, salendo su pel braccio che sembrava inzuccherato dalla polvere di cipria, mentre la Celeste rideva quasi le facesse il solletico, fingendo di voler svincolarsi, esclamando:
      - No! no! basta! Così ve la pigliate per venti ammiratori! -
      Macerata reclamava intanto la sua parte, e degli altri pure, cortesemente. Solo la poetessa accomiatavasi a labbra strette, e il giornalista agitava il gibus quasi per scacciare delle mosche, ripetendo:
      - Via, via, signori miei... dinanzi alla gente... dei forestieri anche!... -
      Il signore forestiero, ancora rosso dall'emozione, aveva fatto la bocca al riso anche lui, per non restar da grullo, tormentandosi i baffi, girando intorno, suo malgrado, uno sguardo inquieto, sulla comitiva di cui la sola faccia simpatica gli sembrò allora quella del bel giovane taciturno, il quale lisciavasi i baffi anche lui, sorridendo a fiori di labbro anche lui. Di fuori intanto il macchinista strepitava per far sgombrare il palcoscenico:


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Barbetti Antona Celeste