- La vita!... Signori!... Abbiano pazienza! - Gli ammiratori della cantante, che erano rimasti sull'uscio, ondeggiavano di qua e di là. Degli altri mazzi di fiori furono cacciati nel camerino alla rinfusa. Il cavalletto e la giardiniera furono spazzati via. Si udì un correr frettoloso, uno sbatter di usci, delle voci di comando, e uno schiamazzar di voci femminili.
- Il ballo! In scena pel ballo! -
Lo stesso impresario, che era tutto miele un quarto d'ora prima, mandava ora al diavolo gli importuni.
- Signori miei... un po' di pazienza... Il pubblico s'impazienta!
- Se si andasse a cena? - propose Macerata.
La signora Celeste fece una smorfia che diceva di no. Ma il banchiere torno ad insistere e a farle dolce violenza, chino verso di lei, prendendole la mano, parlandole sul collo in un certo modo che faceva arricciare il naso al Re di cuori e all'amico di Sinigaglia. Barbetti però approvava il rifiuto.
- Andiamoci pure a cena, ma senza di lei. Lei ha bisogno di riposare, poverina. Lasciateli dire, mia cara. Questa gente non sa cosa significhi una serata simile... - Il bel Re di cuori infine perse la pazienza, borbottando che non era quella la maniera... Ettore Baroncini in cuor suo fece lega con lui.
- Ma no! ma no! - diss'ella. - Andate via, piuttosto! Non posso mica spogliarmi dinanzi a tutti quanti.
- Oh! - Perché mai?... - Magari!... - C'est juste mais sévère! - conchiuse il banchiere.
- Bello! bellissimo... le mot de la fin!... - esclamò Barbetti, e intanto spingeva fuori la gente, come uno di casa.
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Macerata Celeste Sinigaglia Baroncini Barbetti
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