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      .. “Certo... certo... Diamine!...” O non mi esce a dire di condurla via? Sissignore - che una volta via di lì è sicura di guarire - che vogliono operarla - che ha paura del medico: “Per carità! Per amor di Dio!” “Un momento, cara amica! Che diamine, un momento!” Ella si rizza come una disperata, afferrandomi pel vestito, baciandomi le mani... Non ci torno più, parola d'onore! -
      E vedendo che ci voleva anche quello, dalla faccia degli amici, Bibì asciugò una furtiva lagrima.
     
     
      PAPA SISTO
     
      Di commedianti come Vito Scardo non ne nascono più a Militello, massime dacché fu toccato dalla grazia, e da povero diavolo arrivò ad essere guardiano dei cappuccini, come Papa Sisto.
      Dopo aver provato cento mestieri - e averne fatte d'ogni colore anche, dicevasi, colla donna e la roba altrui - ridotto colle spalle al muro, malandato di borsa e di salute, Vito Scardo capì alfine: - Qui bisogna mutar strada -.
      Era l'anno della fame per giunta, che i seminati, dal principio, dissero chiaro che si voleva ridere quell'inverno, e tutti quanti, poveri e ricchi, si strappavano i capelli, alla raccolta. Vito Scardo stava bestemmiando anche lui nell'aia di massaro Nasca - compare Nasca sfogandosi coi figliuoli a pedate - sua moglie covando le spighe magre cogli occhi arsi e il lattante al petto - lo stesso marmocchio che si disperava e non trovava nulla da poppare - una desolazione insomma da per tutto, per la campagna brulla, senza una canzone o un suono di tamburello, quando si vide arrivare fra Angelico, quello della cerca, fresco come una rosa, trottando allegramente sulla bella mula baia dei cappuccini.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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