- Sia lodato San Francesco! - E lodato sia, fra Angelico! - disse compare Nasca fuori della grazia di Dio stavolta. - Che a voi altri, benedica, il pane e il companatico non ve lo fa mancare San Francesco!... Sangue di!... Corpo di!... - Le bestemmie della malannata, in una parola. Ma fra Angelico se ne rideva. - O dunque chi prega Domeneddio per la pioggia e pel bel tempo, gnor asino? -
Un pezzo di tonaca sulle spalle, una presa di tabacco qua e là, il buon viso e la buona parola, e fra Angelico raccoglieva grano, olio, mosto, senza bisogno di mietere né di vendemmiare, e senza pensare ai guai e a malannate, ché al convento, grazie a Dio, il caldaione era sempre pieno, e i monaci non avevano altro da fare che ringraziare la Provvidenza e correre lesti al refettorio quando suonava la campanella. - Quello è il mestiere che fa per me, - disse allora Vito Scardo.
Di lì a poco, un bel giorno - volontà di Dio - lo trovarono tutto pesto e malconcio nel podere di Scaricalasino, o che l'avessero colto a cerca di olive senza permesso del padrone del campo, e senza la tonaca di San Francesco, o che a Scaricalasino quella notte gli dicessero le corna di tornare a casa insalutato ospite. Il fatto è che glie ne diedero tante, al povero Vito Scardo, da lasciarlo più morto che vivo, e in quell'occasione volle confessarsi dal guardiano dei cappuccini appunto.
- Padre Giuseppe Maria - disse veramente contrito - padre Giuseppe Maria, o me ne vo in paradiso, o prometto di cambiar vita e fo voto di darmi a Dio.
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