- Io non voglio starci qui, lo sapete!... È mio padre che vuol tenermi qui, finché mi marito...
- L'ha preso per una locanda il monastero, l'ha preso! - disse forte suor Benedetta. - Anzi l'ha preso per un'osteria!...
- Già, l'osteria!... Vossignoria che lavate i fazzoletti di padre Cicero per sentire l'odore del suo tabacco... Come se non fosse peggio!... -
Scoppiò una tempesta nel refettorio. Suor Maria Concetta lasciò la tavola forbendosi la bocca col tovagliuolo a più riprese, quasi ci avesse delle porcherie; suor Gabriella arricciò il naso adunco dei Flavetta, sputando di qua e di là. La superiora poi sembrava che le venisse un accidente, gialla come lo zafferano, colla voce che dalla collera le tremava nel naso e fra i canini malfermi. Tutte quante che se la prendevano con donna Bellonia, ritte in piedi, vociando e gesticolando.
- Sissignora! - ostinavasi a dire la figlia di Pecu-Pecu colla faccia tosta di monella. - Come non si sapesse!... Suor Maria Concetta che gli imbocca i biscottini colle sue mani, a padre Cicero!... E le male parole che suor Gabriella ha detto a suor Celestina perché le ruba padre Amore!...
- È uno scandalo! una porcheria! - strillavano tutte insieme.
Suor Gloriosa, cogli occhi fuori dell'orbita, andava borbottando:
- Gesù e Maria! - San Michele Arcangelo! - Libera nos, Domine!...
- Sissignora! le porcherie le fanno loro pel confessore. Io non ho potuto averlo, il confessore forestiero, perché non son figlia di barone!... -
La superiora, ritta sulla predella abbaziale, riescì infine a far udire la sua voce in falsetto:
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Benedetta Cicero Maria Concetta Gabriella Flavetta Bellonia Pecu-Pecu Maria Concetta Cicero Gabriella Celestina Amore Gloriosa Maria Michele Arcangelo Domine
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