Pagina (936/993)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma suo padre, coi suoi denari, le trovò invece Nino Badalone, un pezzo di marito che ne valeva due, e non aveva tante arie e tante pretese. Nunziata si fece pregare alquanto, per decenza, e poi disse di sì.
      - Giacché piace a voi, sono contenta io pure -.
      Nino Badalone era contento anche lui. Veniva alla merceria quasi ogni sera; portava qualche regaluccio, e faceva l'innamorato come e meglio di qualcun altro. Mentre Marzà serviva gli avventori, o schiacciava un pisolino dietro il banco, Nino soffiava all'orecchio della ragazza le stesse cose che le aveva dette Bruno: - Bene mio! - Cuore mio! - E lei ci pigliava gusto egualmente, e la notte poi fra le coltri, diceva fra sé e sé: - È lo stesso, tal quale -.
      Bruno invece, ch'era rimasto a bocca asciutta, pensava dal canto suo: - Voglio vedere come va a finire! -
      Passava e ripassava per la stradetta, col garofano in bocca; si sgolava di notte a cantarle dietro l'uscio canzoni d'amore e di sdegno, e quando incontrava la Nunziata, alla messa, invece di farla arrossire, come pretendeva, e di confonderla colle sue occhiatacce, era lui piuttosto che restava minchione e doveva chinare il capo.
      - Ma con quell'altro voglio vedermela davvero - brontolava poi sputando veleno. - Voglio mangiargli il fegato! Voglio berne il sangue -.
      Di buoni amici ce n'è sempre a questo mondo; sicché cotesti sproloqui arrivarono all'orecchio di Badalone. Costui era stato soldato, e sapeva il fatto suo. - Bene, - rispose, - vedremo! Chi è buon cane mangia alla scodella -.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Nino Badalone Badalone Marzà Nino Bruno Nunziata Badalone