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      E le mani dell'amico che gli rassettavano il guanciale sotto il capo, lì, nello stesso letto matrimoniale dove l'aveva tratto in agguato - a colpo sicuro, se era vero che la donna ve l'aveva stretto altre volte fra le braccia, poiché Niscima sapeva bene che il maschio della selvaggina vi torna di nuovo sotto il fucile, al richiamo della femmina, fosse ferito e grondante sangue. - La vicina Anna aveva udito dietro l'uscio il rumore della lotta brusca e violenta, appena il marito era arrivato a casa: le grida soffocate, il rantolo della donna, e l'anelito furioso di lui. Cosa doveva fare, poveretta, se era vero che fosse colpevole? se è vero che Dio non paga il sabato, e ci castiga col nostro stesso peccato? - Perché l'hai fatto scappare, buona donna? Digli che torni. Dovete averci un segnale fra di voi. Fagli segno di venire, pel nome di Dio! - Ella mise il segnale: un fazzoletto rosso color di sangue: la videro altri vicini, più morta che viva, alla finestra. Avevano ben ragione di strillare adesso tutti e due: - O compare mio, che fuoco mi lasciate qui dentro nel mio cuore! - Signor giudice, signori miei, uccidetemi qui stesso, dinanzi a lui, se fui io il traditore! - E la giustizia oscura che era nella coscienza dei testimoni muti, pensava forse: - Il morto è morto. Bisogna salvare il vivo. -
     
      Quest'altra da tribunale correzionale invece: lui buttandosi fra le fiamme che aveva appiccato di nascosto al magazzino, dicevasi, onde salvarsi dal fallimento, e cercando di spegnerle colle sue stesse mani: le mani arse, i panni che gli fumigavano addosso, i capelli irti, il viso stravolto e terreo di un disperato o di un delinquente - e la moglie seminuda, i figliuoli atterriti che s'avvinghiavano a lui.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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