Infine s'arrese, trafelato, guardando bieco la complice, accusandola d'averlo attirato nel precipizio.
- Ah! - scattò allora su lei, colle mani ai fianchi. - È questa la ricompensa?
- Zitta! - esclamò lui spaventato, chiudendole la bocca colla mano. - Zitta!... Non vedi che abbiamo la morte sul collo?
- Doveva cogliermi un accidente, quando mi siete venuto fra i piedi! - seguitò a sbraitare la donna. - Doveva cogliermi una febbre maligna!
- Ssss!... - fece lui colle mani e la voce stizzosa. - Ssss! -.
Si udiva solo il vento, e l'acqua che scrosciava sul tetto. Lei si teneva il capo fra le mani, e lui stava a guardarla, inebetito.
- Ma che disse? Che fece? - biascicò infine. - Alle volte... Ci è parso perché siamo in sospetto...
- No! - rispose la moglie di Lollo. - È certo! È certo che sapeva!...
- E allora?... allora?... - scattò su Michelangelo, tornando ad alzarsi come fuori di sé.
Il lume, a cui mancava l'olio, cominciava a spegnersi.
Egli furioso scuoteva di nuovo porta e finestra, rompendosi le unghie per scalzar l'intonaco, mugolando come una bestia presa al laccio. - Ave Maria, aiutatemi voi! - supplicava invece la donna.
- Prima dovevi dire le avemarie... prima!... - esclamò infine lui.
E cominciò a sfogarsi dicendole ogni sorta d'improperi.
FRAMMENTO II
Nella città straniera, stranieri l'uno all'altra, s'erano trovati accanto alla stessa tavola d'albergo e alla medesima rappresentazione teatrale che attirava da ogni parte gli zingari della gran vita.
Ella fine e delicata come un fiore - egli baldo e rapace come un uccello da preda.
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Lollo Michelangelo Maria
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