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      - Ora son sola - diceva l'altra. - Quando incontrai mio marito, qui, per caso, salvo anche lui, non mi pareva vero. Ma avevo tre figli: una maritata, colla grazia di Dio, e il maggiore che mi portava a casa già la sua giornata... Tutti! Tutti!... Io mi ero alzata appunto pel più piccolo ch'era malato, quando successe il terremoto. Il Signore non mi volle -.
      Ne parlava tranquillamente, colla faccia gialla e la testa fasciata.
      - Ora, quando lui sarà guarito andremo in America -.
      L'altra alzò gli occhi, soltanto, e la guardò.
      - Certo, che faremo qui?
      - In America? - disse un altro profugo. - Non sapete che vita da cani! Peggio dei cani li trattano i cristiani! -
      Ella a sua volta guardò sbigottita colui, come a ripetere: - Che faremo qui?
      - Qui siamo nati; qui sono le pietre delle nostre case! - dissero gli altri.
     
     
      FRAMMENTO IV
     
      Mi sembra ancora di vederla quella figura sconvolta, uomo o donna, non so. Rammento solo due occhi pazzi e una bocca spalancata, enorme, urlando forse nel gridìo generale, nera anch'essa, ma di un pallore cadaverico. Dibattevasi per farsi largo nella ressa dei profughi giunti con le prime corse, che si accavallavano sul balcone del Municipio all'arrivo di altre barelle e di altri carrozzoni che portavano altri profughi e altri gemiti. Ad un tratto vide, riconobbe qualcuno nella sfilata tragica, laggiù in fondo alla piazza. Si spinse innanzi disperatamente, quasi volesse buttarsi giù e si mise a chiamare, a gridare, a chiedere chissà? un nome, una notizia di vita o di morte, qualcosa che l'altro soltanto poteva udire e comprendere in quel frastuono immenso, dall'altra estremità della piazza immensa, urlando.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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