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      - Eh, che male c'è se gli uomini hanno occhi per vedere... e mandar giù le platee?... È vero, sì o no? Ditelo anche voi -.
      Voltandomi, vidi sull'uscio altri visetti che dicevano già di sì, in attesa pur esse.
      - Venite, venite anche voi. Il signore è così gentile... -
      E naturalmente venne anche l'ostessa, carica d'altri piatti.
      - La signorina Fides, mezzo soprano. - La signorina Vanda, contralto. - La signorina Ines, contraltino, che al bisogno fa le parti d'amoroso. Come vede i nostri uomini ci lasciano a trarci d'imbarazzo anche nelle parti d'amoroso.
      - Vedremo se ci portano almeno dei fiori dalla loro scampagnata.
      - Quelli sì, perché non si mangiano.
      - Che delizia! - sospirò allora la diva. - Che paesaggi avete da queste parti... sotto questo sole!...
      - A chi lo dice!
      - No? Non è del paese lei?
      - È che l'ho avuto tutto il giorno sulla testa, quel sole! -
      Dopo gli spaghetti venne del baccalà, poi delle ova sode, poi del caciocavallo, insomma “un po' di quel che c'era””, e dei fichi d'India, già bell'e sbucciati dalle mani stesse della locandiera, chi ne volesse. Le artiste dicevano sempre di sì; tanto che dopo i fichi d'India chiesero del cognac.
      - Cognac non ce n'è. Abbiamo della menta-sèlse. Ma ora, dopo tavola...
      - Non importa. È per fare i brindisi -.
      Prima naturalmente a me, ch'ero stato tanto gentile. Poi sfilarono altri nomi e altri ricordi, che brillarono un istante in quegli occhietti lustri.
      - A te!... Sempre! - A quella prima notte... di luna!...
      - Tutta roba passata! - sentenziò la stella napoletana.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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