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      - Si sa. Ogni giorno che veniva, le ariette e i duettini... Una bella seccatura a sentirli mattina e sera...
      - Egli aveva una vocetta promettente allora - aggiunse la signorina Vanda.
      - E per una disgrazia leggeva anche dei romanzi, tanto che gli pareva vero...
      - Io glielo dissi - riprese Fides con gli occhi ancora umidi. - E che vuoi fare adesso? “Son qua... Son qua...”. Non sapeva dir altro, con quel viso pallido, e quelle braccia aperte... Anch'io ero là... E mi chiamo Fede... La mano nella mano dunque...
      - Ecco! Sino alla prima voltata.
      - Voltata no, e neppure corda al collo - rispose Fides con gli occhi adesso asciutti. - Io devo fare l'artista, e non posso voltare le spalle a questo e a quello se mi dicono che piaccio.
      - O quando fanno dei regalucci.
      - Bisogna mandare avanti la baracca anche -.
     
      Quando gli uomini, a sera, tardi, dopo aver mangiato bene e bevuto meglio tornarono alla capanna ed al cuore, furono liti e questioni invece di fiori e paroline dolci. La vocetta mezzo soprano di Fides che strillava: - Ah, sei stato a far l'assolo? Anch'io ci ho trovato qui per il duetto. Prendi! -
      L'avvocato perdeva il suo tempo a perorare di qua e di là, scusando queste e quelli e cercando di metter pace. La napoletana gli sbatté con lo scarpone sul muso:
      - Porco! Ci vorrebbero qui i tuoi mocciosi a piangerti per il pane, adesso! -
     
      Me li vidi comparire dinanzi io pure, il giorno dopo; lui con la gota fasciata, a spiegarmi quel che doveva essere stato il po' di chiasso che forse avevo udito nella notte.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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