— Chissà quante ce ne avete in testa, delle belle ragazze di fuori regno, non è vero?
— Qui ce n'è pure delle belle ragazze, comare Barbara, e lo so io.
— Davvero?
— Per l'anima mia!
— O a voi che ve ne importa?
— Me ne importa, sì! ma ad esse non gliene importa di me, perché ci hanno i zerbinotti che passeggiano sotto le finestre, colle scarpe inverniciate.
— Io non le guardo nemmeno, le scarpe inverniciate, per la Madonna dell'Ognina! La mamma dice che le scarpe inverniciate son fatte per mangiarci la dote e ogni cosa; e qualche bel giorno vuole uscire fuori sulla strada, colla rocca in mano, a fare una commedia con quel don Silvestro, se non mi lascia in pace.
— Che lo dite sul serio, comare Barbara?
— Sì, davvero!
— Questa cosa mi piace! disse 'Ntoni.
— Sentite, andateci il lunedì alla sciara, quando mia madre va alla fiera.
— Al lunedì il nonno non mi lascerà pigliar fiato, ora che mettiamo in mare la Provvidenza.
Appena mastro Turi disse che la barca era in ordine, padron 'Ntoni venne a pigliarsela coi suoi ragazzi, e tutti gli amici, e la Provvidenza, mentre camminava verso la marina, barcollava sui sassi come avesse il mal di mare, in mezzo alla folla.
— Date qua! gridava più forte di tutti compare Zuppiddu; ma gli altri sudavano e gridavano per spingerla sui regoli, quando la barca inciampava nei sassi. — Lasciate fare a me; se no me la piglio in braccio come una bambina, e ve la metto nell'acqua tutta in una volta.
— Compare Turi è capace di farlo, con quelle braccia! dicevano alcuni.
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