— Bada a non dar da bere ai tuoi calzoni, come l'altra volta, che non hanno sete, diceva al figlio compare Cipolla; e diceva pure che si sentiva in gamba meglio della sposa e voleva ballare la fasola con lei.
— Allora io non ho più nulla da far qui, e me ne posso andare! rispondeva Brasi il quale voleva dire le sue barzellette anche lui, e gli seccava che lo lasciavano in un cantuccio come un minchione, e non gli dava retta nemmeno comare Mena.
— La festa si fa per comare Mena, diceva la Nunziata, ma essa non è contenta come tutti gli altri.
Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano il boccale, nel quale c'era ancora più di un quartuccio di vino, e cominciò a gridare:
— Allegria! allegria! «Dove ci sono i cocci ci son feste», e il vino che si spande è di buon augurio.
— Un altro po' me lo versava sui calzoni anche questa volta! brontolò Brasi, il quale dacché gli era accaduta quella disgrazia sul vestito stava guardingo.
Piedipapera s'era messo a cavalcioni sul muro, col bicchiere fra le gambe, che sembrava il padrone, per quell'usciere che poteva mandare, e disse: — All'osteria non c'è nemmeno Rocco Spatu, oggi tutta l'allegria è qui, e pare di essere dalla Santuzza.
— Qui è meglio assai! osservò il figlio della Locca, il quale era venuto in coda alla folla, e l'avevano fatto entrare per dare da bere anche a lui. Dalla Santuzza se ci andate senza denari non vi danno niente.
Piedipapera dal muro stava guardando un piccolo crocchio di persone che discorrevano fra di loro vicino alla fontana, colla faccia seria come se fosse per cascare il mondo.
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