Quel Pizzuto avvelena la gente colla sua erbabianca, e non va a confessarsene. Certuni la coscienza l'hanno dietro le spalle, poveretti loro!
— A me mi sembrano tanti pazzi, costoro! diceva padron Cipolla soffiandosi il naso adagio adagio. Che vi fareste ammazzare voi quando il re vi dicesse: fatti ammazzare per conto mio?
— Poveracci, non ci hanno colpa! osservava don Silvestro. Devono farlo per forza, perché dietro ogni soldato ci sta un caporale col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il soldato vuol scappare, e se il soldato vuol scappare il caporale gli tira addosso peggio di un beccafico.
— Ah! così va bene! Ma è una bricconata bell'e buona!
Tutta la sera si rise e si bevette nel cortile dei Malavoglia, con un bel chiaro di luna; e sul tardi poi, quando tutti erano stanchi, e ruminavano lentamente le fave abbrustolite, e alcuni anche cantarellavano sottovoce, colle spalle al muro, vennero a raccontare la storia che avevano portato in paese i due congedati. Padron Fortunato se n'era andato di buon'ora, e aveva condotto via Brasi col vestito nuovo.
— Quei poveri Malavoglia, diceva incontrando sulla piazza Campana di legno, Dio gliela mandi buona! Hanno la iettatura addosso!
Lo zio Crocifisso stava zitto e si grattava la testa. Lui non c'entrava più, se n'era lavate le mani. Ora era affare di Piedipapera; ma gli dispiaceva, in coscienza.
Il giorno dopo cominciò a correre la voce che nel mare verso Trieste ci era stato un combattimento tra i bastimenti nostri e quelli dei nemici, che nessuno sapeva nemmeno chi fossero, ed era morta molta gente; chi raccontava la cosa in un modo e chi in un altro, a pezzi e bocconi, masticando le parole.
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