Pagina (149/309)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      — Sì, sì, canta pure. Quando sarai vecchio poi abbaierai come il nonno.
      — Ad abbaiare adesso non ci guadagni nulla nemmeno; rispondeva il ragazzo.
      — Hai ragione, perché la vita è bella!
      — Bella o no, non l'abbiamo fatta noi così com'è, conchiudeva il nonno.
      La sera mangiava ingrugnato la sua minestra, e la domenica andava a gironzare attorno all'osteria, dove la gente non aveva altro da fare che ridere e spassarsi, senza pensare che il giorno dopo si tornava a fare quel che si era fatto in tutta la settimana; oppure stava delle ore intere seduto sugli scalini della chiesa, col mento in mano, a veder passare la gente, almanaccando su quei mestieri in cui non ci era nulla da fare.
      La domenica almeno si godeva quelle cose che si hanno senza quattrini, il sole, lo star colle mani sotto le ascelle a non far nulla, e allora gli seccava anche quella fatica di pensare al suo stato, di desiderare quelle cose che aveva visto da soldato, col ricordo delle quali ingannava il tempo nei giorni di lavoro. Gli piaceva stendersi come una lucertola al sole, e non far altro. E come incontrava i carrettieri che andavano seduti sulle stanghe — Bel mestiere che fanno! borbottava. Vanno in carrozza tutto il giorno! e se vedeva passare qualche povera donnicciuola, che tornava dalla città, curva sotto il carico come un asino stanco, e andava lamentandosi per via, secondo il costume dei vecchi:
      — Vorrei farlo io quello che fate voi, sorella mia! le diceva per confortarla. Alla fin fine è come andare a spasso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309