— Ho in testa, disse a un tratto 'Ntoni, che stasera dovremmo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta.
— Taci! gli disse il nonno, e la sua voce in quel buio li fece diventare tutti piccini piccini sul banco dov'erano.
Si udiva il vento sibilare nella vela della Provvidenza e la fune che suonava come una corda di chitarra. All'improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco del monte, sopra Trezza, e arrivò un'ondata che non si era vista da dove fosse venuta, la quale fece scricchiolare la Provvidenza come un sacco di noci, e la buttò in aria.
— Giù la vela! giù la vela! gridò padron 'Ntoni. Taglia! taglia subito!
'Ntoni, col coltello fra i denti, s'era abbrancato come un gatto all'antenna, e ritto sulla sponda per far di contrappeso, si lasciò spenzolare sul mare che gli urlava sotto e se lo voleva mangiare.
— Tienti forte! tienti forte! gli gridava il nonno in quel fracasso delle onde che lo volevano strappare di là, e buttavano in aria la Provvidenza e ogni cosa, e facevano piegare la barca tutta di un lato, che dentro ci avevano l'acqua sino ai ginocchi. Taglia! taglia! ripeteva il nonno.
— Sacramento! esclamò 'Ntoni. Se taglio, come faremo poi quando avremo bisogno della vela?
— Non dire sacramento! che ora siamo nelle mani di Dio!
Alessi s'era aggrappato al timone, e all'udire quelle parole del nonno cominciò a strillare — Mamma! mamma mia!
— Taci! gli gridò il fratello col coltello fra i denti. Taci o ti assesto una pedata!
— Fatti la croce, e taci! ripeté il nonno.
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