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      — Nelle mani di Dio, rispose il nonno.
      — Allora lasciatemi piangere, esclamò Alessi che non ne poteva più. E si mise a strillare e a chiamare la mamma ad alta voce, in mezzo al rumore del vento e del mare; né alcuno osò sgridarlo più.
      — Hai un bel cantare, ma nessuno ti sente, ed è meglio starti cheto, gli disse infine il fratello con la voce mutata che non si conosceva più nemmen lui. Sta zitto che adesso non è bene far così, né per te, né per gli altri.
      — La vela! ordinò padron 'Ntoni; il timone al vento verso greco, e poi alla volontà di Dio.
      Il vento contrastava forte alla manovra, ma in cinque minuti la vela fu spiegata, e la Provvidenza cominciò a balzare sulla cima delle onde, piegata da un lato come un uccello ferito. I Malavoglia si tenevano tutti da un lato, afferrati alla sponda; in quel momento nessuno fiatava, perché quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprir bocca.
      Padron 'Ntoni disse soltanto: — A quest'ora laggiù dicono il rosario per noi.
      E non aggiunsero altro, correndo col vento e colle onde, nella notte che era venuta tutt'a un tratto nera come la pece.
      — Il fanale del molo, — gridò 'Ntoni, — lo vedete?
      — A dritta! gridò padron 'Ntoni, a dritta! Non è il fanale del molo. Andiamo sugli scogli. Serra! serra!
      — Non posso serrare! rispose 'Ntoni colla voce soffocata dalla tempesta e dallo sforzo, la scotta è bagnata. Il coltello, Alessi, il coltello.
      — Taglia, taglia, presto.
      In questo momento s'udì uno schianto: la Provvidenza, che prima si era curvata su di un fianco, si rilevò come una molla, e per poco non sbalzò tutti in mare; l'antenna insieme alla vela cadde sulla barca rotta come un filo di paglia.


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I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309

   





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