«Beato chi muore nel proprio letto». Lo zio Crocifisso grugniva di sì, per non compromettersi; e alla casa ci faceva mettere una tegola nuova, od una cazzolata di calcina al muro del cortile, per far crescere il prezzo.
Lo zio Crocifisso lo rassicurava così: — Non dubitate, non dubitate. La casa è là che non scappa. Basta tenerci gli occhi addosso. Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme. — E una volta aggiunse: — Che non la maritate più la vostra Mena?
— La mariterò quando vorrà Dio! rispose padron 'Ntoni. Per me vorrei maritarla anche domani.
— Io se fossi in voi, gli darei Alfio Mosca, che è un buon ragazzo, onesto e laborioso; e cerca moglie di qua e di là, non ha altro difetto. Ora dicono che tornerà in paese, e par fatto apposta per vostra nipote.
— O se dicevano che volesse pigliarsi vostra nipote la Vespa?
— Anche voi! anche voi! cominciò a gridare Campana di legno. Chi lo dice? Son tutte chiacchiere; vuol papparle la chiusa a mia nipote, ecco cosa vuole! Bella cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro?
Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c'erano due che discorrevano, a cercare di buscarsi la senseria, si ficcò nel discorso anche lui. — La Vespa ora ci ha per le mani Brasi Cipolla, dopo che andò in aria il matrimonio della Sant'Agata, li ho visti con questi occhi, che andavano insieme per la viottola del torrente; io ci ero andato a cercare due ciottoli lisci per l'intonaco dell'abbeveratoio che non tiene l'acqua. E gli faceva la smorfiosa, la civetta! colle cocche del fazzoletto sulla bocca, e gli diceva: — Per questa medaglia benedetta che ci ho qui, non è vero niente.
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