— Adesso vorrei qui la Zuppidda! esclamava 'Ntoni, seduto sui sassi a far peso anche lui, colle mani sotto le ascelle. — Adesso lo vedrebbe che abbiamo il fatto nostro anche noi, e ce ne infischiamo di don Michele e di don Silvestro!
I rigattieri correvano dietro a padron 'Ntoni coi denari in mano. Piedipapera lo tirava per la manica dicendogli: — Questo č il tempo d'approfittare. Ma padron 'Ntoni teneva duro a rispondere: — Ne parleremo ad Ognissanti; allora le acciughe avranno il loro prezzo. No, non voglio caparra, non voglio legarmi le mani! So io come vanno le cose. — E picchiava i pugni sui barili, dicendo ai nipoti: — Qui c'č la vostra casa e la dote di Mena. «La casa ti abbraccia e ti bacia». San Francesco mi ha fatto la grazia di lasciarmi chiudere gli occhi contento.
Nello stesso tempo avevano fatte tutte le provviste per l'inverno, il grano, le fave, l'olio; e avevano data la caparra a massaro Filippo per quel po' di vino della domenica.
Ora erano tranquilli; suocero e nuora tornavano a contare i danari nella calza, i barilotti schierati nel cortile, e facevano i loro calcoli onde vedere quello che ci mancasse ancora per la casa. La Maruzza conosceva quei denari soldo per soldo, quelli delle arancie e delle uova, quelli che aveva portati Alessi dalla ferrovia, quelli che Mena s'era guadagnati col telaio, e diceva: — Ce n'č di tutti. — Non ve l'avevo detto che per menare il remo bisogna che le cinque dita della mano si aiutino l'un l'altro? rispondeva padron 'Ntoni. — Oramai pochi ce ne mancano.
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