— Adesso manderemo dal fornaciaio per farli fare apposta, — rispondeva don Giammaria.
— Se le cose andassero come dovrebbero andare si nuoterebbe nell'oro! — diceva don Silvestro: non diceva altro.
— Sapete cosa ci vorrebbe? — suggeriva lo speziale sotto voce, e lasciando correre un'occhiata nella retrobottega. — Ci vorrebbe gente come noi!
E dopo aver soffiato loro quel segreto nel buco dell'orecchio, correva in punta di piedi a piantarsi sull'uscio, colla barba in aria, sballottandosi in cima alle gambette colle mani dietro la schiena.
— Brava gente che sarebbe! — borbottava don Giammaria. — A Favignana, o nelle altre galere, ne trovate quanti ne volete, senza mandare dal fornaciaio. Andate a dirlo a compare Tino Piedipapera, o a quell'ubbriacone di Rocco Spatu, che loro ci stanno colle idee del vostro tempo! Io so che mi hanno rubato venticinque onze di casa mia, e in galera, a Favignana, non ci è andato nessuno! Questi sono i tempi e gli uomini nuovi!
In quel momento entrò nella bottega la Signora, colla calza in mano, e lo speziale mandò giù in fretta quello che stava per dire, seguitando a borbottare nella barba, mentre fingeva di guardare la gente che andava alla fontana. Don Silvestro finalmente, vedendo che nessuno fiatava più, disse chiaro e tondo che di uomini nuovi non c'erano altri che 'Ntoni di padron 'Ntoni e Brasi Cipolla, perché lui non aveva suggezione della moglie dello speziale.
— Tu non ti c'immischiare; — rimbrottò allora la Signora a suo marito; questi sono affari che non ti riguardano.
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