— Dalla casa del nespolo non posso passarci più — diceva quando stava a sedere accanto al nonno, — me la sento nella gola, e mi soffoca, dopo tante cose che sono avvenute dacché l'abbiamo lasciata!
E mentre preparava la roba del fratello, piangeva come se non dovesse vederlo più. Infine, quando ogni cosa fu in ordine, il nonno chiamò il suo ragazzo per fargli l'ultima predica, e dargli gli ultimi consigli per quando sarebbe stato solo, che avrebbe dovuto far capitale soltanto della sua testa, e non avrebbe avuti accanto i suoi di casa per dirgli come doveva fare, o per disperarsi insieme; e gli diede anche un po' di denaro, caso mai ne avesse bisogno, e il suo tabarro foderato di pelle, ché oramai lui era vecchio, e non gli serviva più.
I ragazzi vedendo il fratello maggiore affaccendarsi nei preparativi della partenza, gli andavano dietro pian piano per la casa, e non osavano dirgli più nulla, come fosse diggià un estraneo.
— Così se ne è andato mio padre, — disse infine la Nunziata la quale era andata a dirgli addio anche lei, e stava sull'uscio. Nessuno allora parlò più.
Le vicine venivano ad una ad una a salutare compare 'Ntoni, e poi stettero ad aspettarlo sulla strada per vederlo partire. Egli indugiava col fagotto sulle spalle, e le scarpe in mano, come all'ultimo momento gli fossero venute meno il cuore e le gambe tutt'a un tratto. E guardava di qua e di là per stamparsi la casa e il paese, ogni cosa in mente, e aveva la faccia sconvolta come gli altri. Il nonno prese il suo bastone per accompagnarlo sino alla città, e la Mena in un cantuccio piangeva cheta cheta.
| |
Nunziata Ntoni Mena
|