Sentite a me, zio Crocifisso, questo è un altro affare come quello dei lupini!
Padron 'Ntoni intanto aspettava la risposta davanti alla bottega di Pizzuto, e guardava come un'anima del Purgatorio quei due che pareva si azzuffassero, per cercare di indovinare se lo zio Crocifisso diceva di sì. Piedipapera veniva a dirgli quel che aveva potuto ottenere dallo zio Crocifisso, e poi tornava a parlare con lui; e andava e veniva per la piazza come la spola nel telaio, tirandosi dietro la sua gamba storta, finché riescì a metterli d'accordo. — Benone! — diceva a padron 'Ntoni; e allo zio Crocifisso: — Per un pezzo di pane! — così combinò anche la vendita di tutti gli attrezzi, ché i Malavoglia non sapevano che farsene, ora che non possedevano più una tavola sull'acqua; ma a padron 'Ntoni gli parve che gli strappassero le budella dallo stomaco, come si portavano via le nasse, le reti, le fiocine, le canne, e ogni cosa.
— Ci penserò io a trovarvi d'andare a giornata, voi e vostro nipote Alessi, non dubitate; — gli diceva Piedipapera. — Bisogna che vi contentiate di poco, sapete! «Forza di giovane e consiglio di vecchio». Per la mia senseria poi mi rimetto al vostro buon cuore.
«In tempo di carestia pane d'orzo». Rispondeva padron 'Ntoni. «Necessità abbassa nobiltà».
— Va bene, va bene, siamo intesi! conchiuse Piedipapera, e andò davvero a parlarne con padron Cipolla, nella spezieria, dove don Silvestro era riuscito a tirarli un'altra volta, lui, massaro Filippo e qualche altro pesce grosso, per discorrere degli affari del comune, che infine erano denari loro, ed è una minchioneria non contare per nulla nel paese quando si è ricchi, e le tasse si pagano peggio degli altri.
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