Perché vuoi darle questo dolore a tua madre, di vederti fare la riescita di Rocco Spatu? Non lo vedi come stenta e si affatica la povera cugina Anna per quell'ubbriacone di suo figlio? e come piange alle volte, allorché non ha pane da dare agli altri suoi figliuoli, e non le basta il cuore di ridere? «Chi va col lupo allupa» e «chi pratica con zoppi all'anno zoppica». Non ti rammenti quella notte del colèra che eravamo qui tutti davanti a quel lettuccio, ed ella ti raccomandava Mena e i ragazzi? — 'Ntoni piangeva come un vitello slattato, e diceva che voleva morire anche lui; ma poi adagio adagio tornava all'osteria, e la notte, invece di venire a casa, andava per la via, fermandosi dietro gli usci, colle spalle appoggiate al muro, stanco morto, insieme a Rocco Spatu e a Cinghialenta; e si metteva a cantare con loro, per scacciare la malinconia.
Infine il povero padron 'Ntoni non osava più mostrarsi per le strade dalla vergogna. Il nipote invece, per evitare le prediche, veniva a casa colla faccia scura; così non gli rompevano la devozione con le solite prediche. Già le prediche se le faceva da se stesso, a voce bassa, ed era tutta colpa della sua disgrazia che l'aveva fatto nascere in quello stato.
E andava a sfogarsi collo speziale e con altri di quelli che avevano un po' di tempo per chiacchierare dell'ingiustizia sacrosanta che ci è a questo mondo in ogni cosa; che se uno va dalla Santuzza, per dimenticare i suoi guai, si chiama ubbriacone; mentre tanti altri che si ubbriacano a casa di vino buono non hanno guai per la testa, né nessuno che li rimproveri o faccia loro la predica di andare a lavorare, giacché non hanno nulla da fare, e son ricchi per due; eppure tutti siamo figli di Dio allo stesso modo, e ognuno dovrebbe avere la sua parte egualmente.
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