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      — Dei fannulloni pagati per portare il fucile, e non altro! sogghignava lo speziale; come i preti, che prendono tre tarì per messa. Dite la verità, don Giammaria, che capitale ci mettete voi nella messa che vi pagano tre tarì?
      — E voi che capitale ci mettete in quell'acqua sporca che vi fate pagare a sangue d'uomo? rimbeccava il vicario colla schiuma alla bocca.
      Don Franco aveva imparato a ridere come don Silvestro, per far dannare l'anima a don Giammaria; e continuava senza dargli retta, ché aveva sperimentato il mezzo migliore per fargli perdere la tramontana: — In mezz'ora si guadagnano la loro giornata, e poi sono a spasso tutto il giorno; tale e quale come don Michele il quale sembra un uccellaccio perdigiorno, sempre là per i piedi, dacché non va più a scaldare le panche della Santuzza.
      — Per questo ce l'ha con me, entrava a dire 'Ntoni; è arrabbiato come un cane, e vuol fare il prepotente perché ci ha la sciabola. Ma, sangue della Madonna! una volta o l'altra voglio dargliela sul muso la sua sciabola, per fargli vedere che me ne infischio, io!
      — Bravo! esclamava lo speziale, così va fatto! Bisogna che il popolo mostri i denti. Ma lontano di qua, che non voglio pasticci nella mia spezieria. Al governo non parrebbe vero di tirarmi nell'imbroglio pei capelli; ma a me non mi piace aver che fare coi giudici e con tutta quella canaglia della baracca.
      'Ntoni Malavoglia levava i pugni al cielo, e giurava e sacramentava per Cristo e per la Madonna che voleva finirla, avesse dovuto andare in galera; già egli non aveva niente da perdere.


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I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309

   





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