Adesso lasciatemi ascoltare la santa messa; e in tal modo lo mandava via mogio mogio.
— Don Michele ci ha altro per la testa — ripeteva Piedipapera, cacciando fuori tanto di lingua dietro le spalle di padron 'Ntoni, e accennando coll'occhio a suo nipote, il quale andava ad appollaiarsi sui muri, con un pezzo di giubbone sulle spalle, saettando delle occhiatacce sullo zio Santoro, il quale aveva preso a venire alla messa per stendere la mano ai fedeli, borbottando avemarie e gloriapatri, e conosceva tutti ad uno ad uno, come la folla usciva dalla chiesa, dicendo all'uno: — Il Signore vi dia la provvidenza! e a quell'altro: — Tanta salute! — e come gli passò accanto don Michele gli disse pure: — Andateci, che vi aspetta nell'orto dietro la tettoia. — Santa Maria, ora pro nobis! Signore Iddio perdonatemi!…
La gente, appena don Michele tornò a bazzicare dalla Santuzza, diceva: — Fecero pace cani e gatti! Vuol dire che ci era sotto qualche cosa per tenersi il broncio. — E come massaro Filippo era pure tornato all'osteria — Anche quell'altro! Che non sa starci senza don Michele? È segno che è innamorato di don Michele, piuttosto che della Santuzza. Certuni non sanno star soli neppure in paradiso.
Allora 'Ntoni Malavoglia masticava bile, vedendosi scacciato a pedate fuori della bettola peggio di un cane rognoso, senza un baiocco in tasca per andare a bere sul mostaccio a don Michele, e piantarsi là tutto il giorno, coi gomiti sul desco, a far loro mangiare il fegato. Invece gli toccava star sulla strada come un cagnaccio, colla coda fra le gambe e il muso a terra, borbottando: — Sangue di Giuda! un giorno o l'altro succederà una commedia, succederà!
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