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      Terminato il pranzo, l'aiutante d'ala mi chiese nome, qualità e reggimento per annunziarmi, poi mi disse che s'immaginava che avrei fatto la mia campagna al mio reggimento; risposi, dipenderà questo dalla volontà del signor maresciallo. - Oh, il maresciallo, soggiunse egli, sicuramente lo manderà al reggimento. - Con questa bella prevenzione mi scortò alle stanze superiori ove era la gran tavola, e mi introdusse nel momento in cui s'alzavano da tavola. Ero prevenuto che il maresciallo Daun fosse sommamente altero, ma da quanto m'è accaduto non posso dirlo. Mi ha ricevuto con cortesia, gli ho presentata la lettera del conte Kaunitz, un'altra della contessa Simonetti, e lettele mi fece varie interrogazioni intorno il teatro di Vienna, intorno Milano e la signora contessa, con grande meraviglia di molti generali e signori che, facendo circolo, ascoltavano il dialogo. Alcuni cominciarono a mirarmi bieco, non so bene perché, forse perché non avendo il ventre gallonato, osassi rispondere in loro presenza al maresciallo; ma io gli squadrava con eguale franchezza e non m'imbarazzava di essi. Dopo ciò la conversazione cangiò, ed io mi sottrassi al circolo e mi posi alla porta ove doveva passare il maresciallo. Lo abbordai umilmente al passaggio, e lo supplicai a decidere di me ove dovessi fare la campagna. - La scelta dipende da lei, rispose il maresciallo cortesemente. - Io sarò al colmo dei miei voti, soggiunsi, se avrò il bene di servire immediatamente presso di Vostra Eccellenza.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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